L’Ayurveda prevede 3 Dosha o tre costituzioni che sono: aria (vata), fuoco (pitta) e acqua (kapha). A seconda del fatto che siano malate o sane, esse distruggono o mantengono in salute il corpo.
Per scoprire quale dosha sei Fai il test ayurvedico.
Tutti, infatti, vogliono essere sani, in modo da avere le migliori probabilità di realizzare e godere appieno del proprio potenziale nella vita. Ma quello della “salute ottimale” sembra un tema talmente complesso che non sempre è facile sapere come raggiungere questo “sacro graal”. Sebbene sulle prime possa apparire come un concetto estraneo al nostro modo di pensare, comprendere la propria costituzione fornisce un considerevole aiuto per ottenere la perfetta salute.
Nell’Ayurveda, la costituzione individuale è nota come prakriti, che significa “natura” ed è legata alla propria tipologia genetica. L’Ayurveda ci insegna come scoprire qual è la nostra costituzione osservando noi stessi e le nostre sensazioni; una lezione, questa, molto semplice e preziosa in termini di arricchimento individuale.
Scoprendo qual è la nostra vera natura possiamo vivere un’esistenza davvero autentica – una vita che ci soddisfi e ci permetta di godere di buona salute.
Le tre costituzioni (Dosha) nell’Ayurveda
Sebbene ciascuno di noi sia meravigliosamente unico nel suo genere ed esistano tante tipologie costituzionali quanti sono gli individui, l’Ayurveda ci divide in tre tipi principali: vata, pitta e kapha, collettivamente noti come dosha.
Cosa sono i Dosha?
I dosha sono qualità che influiscono su tutte le funzioni del corpo, dai processi biologici a pensieri ed emozioni. Noi tutti conteniamo vata, pitta e kapha, ma è la loro particolare combinazione e renderci ciò che siamo. I dosha e l’Ayurveda La divisione tra i dosha è la chiave di volta per comprendere l’Ayurveda e aiutarci a determinare e gestire la nostra costituzione genetica, o prakriti.
La comprensione di questa profonda conoscenza, tramandata da almeno 75 generazioni di maestri ayurvedici, ha in sé il potenziale per cambiare la nostra vita. Sebbene siano presenti fin dal momento della nostra nascita, i dosha non sono inerti; possono modificarsi secondo una varietà di circostanze, ad esempio il cibo di cui ci nutriamo, se fa caldo o freddo, in quale misura siamo felici e a che ora ci corichiamo per dormire.
Il significato letterale del termine sanscrito dosha è “difetto” o “imperfezione”, perché quando le circostanze fanno sì che un particolare dosha si accumuli in eccesso o si aggravi, ciò può sfociare in un disagio – i dosha “traboccano” nel vero senso della parola. Ciascuno di noi ha una propria “soglia”, e quando questa viene raggiunta si verifica uno squilibrio temporaneo nei dosha, noto come vikriti (che letteralmente significa “squilibrato”). Se non viene tenuto sotto controllo, questo squilibrio diventa cronico e iniziano i problemi di salute.
L’Ayurveda ci insegna a rimanere entro la nostra soglia individuale, comprendendo che i tre dosha ci aiutano in questo compito. Frequentemente si ha una combinazione delle tipologie costituzionali: alcune persone sono puro vata, puro pitta o puro kapha, ma molte sono vata-pitta, vata-kapha o pitta-kapha (la qualità dominante viene citata per prima) o, più raramente, un totale equilibrio di tutti e tre i dosha, vata-pitta-kapha.
“Vata, pittae kapha si spostano in tutto il corpo producendo effetti benèfici o dannosi sull’intero sistema, secondo il loro stato normale o aggravato. Il loro stato normale è l’equilibrio e il loro stato aggravato è la malattia”. – CHARAKA SAMHITA
Articolo tratto dal libro di Sebastian Pole.